Raffaello in Lombardia

Sebbene nel corso della propria vita Raffaello non si sia mai recato in Lombardia – la sua carriera si svolse principalmente tra la sua città natale Urbino, Città di Castello, Perugia, Firenze e Roma – alcune sue opere vi sono giunte nel corso dei secoli seguendo percorsi diversi ma legati principalmente alle vicende collezionistiche o agli accadimenti storici.
Risalgono agli anni giovanili del Sanzio sia l’Angelo della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, sia il San Sebastiano dell’Accademia Carrara di Bergamo, che il più celebre Sposalizio della Vergine della Pinacoteca di Brera a Milano.

Raff Angelo 01

L’Angelo è un frammento della prima opera documentata di Raffaello, la pala con l’Incoronazione di san Nicola da Tolentino eseguita per la cappella della famiglia Baronci nella chiesa di Sant’Agostino a Città di Castello (Perugia). L’opera risale al 1500, quando cioè l’artista aveva soltanto 17 anni. Danneggiata a causa del terremoto del 1789, la pala fu rimossa dalla chiesa e i diversi frammenti furono portati prima a Roma per poi finire in parte a Napoli e in parte sul mercato antiquario. Paolo Tosio, la cui collezione è confluita nell’attuale Pinacoteca bresciana, acquistò l’Angelo a Firenze nel 1821 come opera di Raffaello, mentre l’associazione alla pala Baronci arrivò soltanto in seguito. Nello stesso anno Paolo Tosio acquistò un’altra opera di Raffaello, oggi ugualmente conservata presso la Pinacoteca Tosio Martinengo. Si tratta di una tavola di ridotte dimensioni raffigurante Cristo benedicente e databile al 1506.

SanSebastiano 01

Risale al 1501-1502 il San Sebastiano dell’Accademia Carrara di Bergamo, un’opera in cui è ancora evidente la lezione di Perugino, maestro di Raffaello. Ignoriamo la collocazione originaria del dipinto, ma è chiara la destinazione alla devozione di un ricco aristocratico che si sarebbe rispecchiato nel santo. La tavola appartenne alla famiglia Zurla di Crema, per poi giungere al conte Guglielmo Lochis che nel 1859 la lasciò al Comune di Bergamo che decise di destinarla all’Accademia Carrara (1866).

Raff Spos 01

Proviene ugualmente da Città di Castello, ma in questo caso dalla chiesa di San Francesco, lo Sposalizio della Vergine di Brera. La pala risale al 1504, come rivela la data che il pittore appose, insieme alla propria firma, al di sopra del portale principale del tempio dipinto sullo sfondo. L’opera fu rimossa dalla sua sede originaria nel 1798, in epoca napoleonica, quando la comunità dovette cederla al generale Giuseppe Lechi. Fu in seguito acquistata da Eugenio Beauharnais che la destinò all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla sua Pinacoteca, inaugurata nel 1809. In quest’opera Raffaello rende un chiaro omaggio a Pietro Perugino, riprendendo l’impianto prospettico dello Sposalizio della Vergine oggi conservato a Caen in Francia.

Cartone Ambrosiana ScuolaDiAtene 01

È un’opera eccezionale sotto molteplici aspetti il cartone della Scuola di Atene della Pinacoteca Ambrosiana. Si tratta del modello eseguito da Raffaello per il famoso affresco della stanza della Segnatura in Vaticano. I cartoni, ovvero i disegni a dimensione 1:1, sono tipologie di opere oggi estremamente rare e quello dell’Ambrosiana, con una dimensione di 285 x 804 cm, è il cartone più grande del Rinascimento giunto fino ai giorni nostri. L’opera fu acquistata da Federico Borromeo nel 1626 ma era stata depositata all’Ambrosiana già nel 1610. Il cartone è stato sottoposto a un intervento di restauro conclusosi nel 2019 che ha permesso di renderne leggibili le altissime qualità artistiche. (MZ)

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