A conclusione di un restauro iniziato nel 2023 sono stati riaperti al pubblico tre ambienti in Corte Vecchia di dimensioni contenute la
Camera di Giove e Giunone, la
Camera di Leda e la cosiddetta
Stufetta, che hanno rivelato decorazioni di epoca neoclassica e che sono visibili ora in un nuovo allestimento.
Nel 2023 fu avviata una manutenzione delle logore stoffe novecentesche che rivestivano le pareti dei tre ambienti, ma sotto di esse emersero pitture neoclassiche, in diverso stato conservativo.
Queste pitture appartengono a una vastissima campagna decorativa occorsa in ampia parte della Corte Vecchia nel 1812-1813, in epoca napoleonica. Le decorazioni interessarono la sala del Pisanello, dei Papi, la Galleria Nuova, la Sala degli Arcieri e tutto l’Appartamento Ducale; documenti d’archivio permettono di precisare il nome del pittore, il lariano
Agostino Comerio, incaricato di dipingere tutte queste sale, con l’assistenza di Alessandro Ferraresi, di Carlo Bustaffa e, probabilmente, anche di Giuseppe Canella. Il 99% di questi interventi decorativi di primo Ottocento fu cancellato in occasione di una campagna di lavori portata avanti da Paccagnini negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: andarono perduti non soltanto gli apparati puramente ornamentali, ma anche vari inserti figurativi, poiché solo parte di essi furono strappati e conservati, venendo per la maggior parte eliminati. Alcune decorazioni furono però semplicemente nascoste sotto stoffe e sono riemerse lo scorso anno. Lo stato conservativo era però disomogeneo e quindi si è deciso di restaurare tutte le tracce pittoriche emerse a parete, ma di lasciare in vista solo quelle della
Stufetta, molto ben conservate. Questo ambiente ci offre quindi oggi una preziosa testimonianza di quella perduta campagna decorativa di epoca napoleonica e del talento di Agostino Comerio, il quale in seguito divenne professore dell’
Accademia di Brera, a Milano.