Il Palazzo Ducale di Mantova conserva un’importante testimonianza dell’attività di Raffaello. Nonostante i tentativi fallimentari da parte di Isabella d’Este, del suo consorte Francesco II e del successore di quest’ultimo, Federico II, di avere un’opera del “divino” maestro a Mantova, fu il cardinale Ercole Gonzaga a riuscire in questo intento intorno alla metà del Cinquecento. Ercole acquistò una delle serie di arazzi tessute a partire dai celebri cartoni realizzati da Raffaello per il ciclo destinato alla Cappella Sistina, su commissione di papa Leone X.
La serie mantovana, costituita da 9 arazzi, fu tessuta a Bruxelles, dove erano rimasti i cartoni raffaelleschi. I tessitori lasciarono le proprie “firme” tramite le marche inserite nelle cimose, cioè le bordure oggi nascoste dalle cornici. Accanto alla marca della città di Bruxelles, sono state individuate quelle di Jan van Tieghem, Frans Ghieteels e del cosiddetto Maestro della marca geometrica.
Resta invece ignota la data di esecuzione dei panni, che dovrebbe cadere intorno al 1550. È da precisare che il ciclo non fu eseguito appositamente per Ercole Gonzaga ma che, al contrario, quest’ultimo l’acquistò presso l’atelier di Bruxelles quando era già pronto e fece personalizzare i panni con l’aggiunta del proprio stemma nella parte superiore delle bordure laterali di ciascun pezzo. Nel corso dei restauri è stato infatti osservato che il pezzo di stoffa con lo stemma è stato cucito sopra l’arazzo e che al di sotto di esso è invece presente uno scudo neutro.
Nelle intenzioni originali del cardinale la serie doveva decorare il duomo di Mantova e inserirsi nel progetto di restauro dell’edificio religioso che aveva preso avvio nel 1545 con Giulio Romano e che nel 1552 aveva visto la commissione di una serie di pale destinate agli altari. La scelta di Ercole di completare la decorazione con una copia del ciclo di arazzi della Cappella Sistina rivela le ambizioni del prelato al soglio pontificio. Allo stesso tempo la scelta di temi legati ai santi Pietro e Paolo ben si lega alla dedicazione del duomo mantovano a san Pietro.
Tuttavia Ercole cambiò presto le sue intenzioni: modificando quanto previsto nel testamento del 1557 – ovvero la destinazione al duomo – al momento di dettare nuovamente le proprie volontà nel 1563 egli lascia la serie al nipote Guglielmo Gonzaga destinandola alla basilica di Santa Barbara, di recente edificazione. In questa sede gli arazzi sono documentati nel corso del Seicento e del Settecento. Ippolito Donesmondi (1616) ci informa che in occasione delle festività più importanti la serie veniva allestita nella parte superiore del coro; notizia confermata da Giovanni Cadioli (1763). Sappiamo inoltre che in un’occasione del tutto eccezionale, quale l’incoronazione di Vincenzo Gonzaga nel 1587, il ciclo fu invece esposto nella facciata del duomo di Mantova.
I soggetti degli arazzi illustrano le storie dei santi Pietro e Paolo. Al primo vanno riferite le scene de La pesca miracolosa, La chiamata di san Pietro, La guarigione dello storpio, La morte di Anania. A san Paolo invece le restanti: La lapidazione di santo Stefano, La conversione di Saulo; La conversione del proconsole; Il sacrificio a Listra; La predica di Paolo ad Atene. Ogni scena è affiancata da tre bordure, due ai lati e una in basso, decorate con soggetti allegorici di vario genere ma indipendenti dalle raffigurazioni principali. (MZ)
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