La scultura funebre per Alda d'Este

Tra le opere scultoree presenti nella collezione di Palazzo Ducale, un posto di riguardo lo merita la splendida figura femminile esposta nel cosiddetto "Appartamento di Guastalla" in Corte Vecchia. La storica dell'arte Michela Zurla ci illustra tutti i dettagli...

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All’interno delle sue ricche collezioni, il Palazzo Ducale preserva anche alcune importanti testimonianze di sculture e opere plastiche. Una di queste è oggi esposta nel cosiddetto Appartamento di Guastalla in Corte Vecchia: si tratta di un ritratto in marmo di una figura femminile giacente riccamente vestita, Alda d’Este moglie di Ludovico Gonzaga. Il marmo era parte del monumento funebre di Alda che venne eretto, poco dopo la scomparsa di quest’ultima nel 1381, all’interno della cappella Gonzaga nella chiesa di San Francesco. Il sepolcro era in origine costituito da quattro colonne sopra le quali era posizionata l’immagine della defunta, accompagnata da due iscrizioni poste sui due lati, anch’esse oggi conservate a Palazzo Ducale. Nel 1802 la tomba fu smantellata e i resti salvati furono trasferiti nella chiesa di Sant’Andrea e pervennero a Palazzo Ducale solo nel 1928. A partire dall’Ottocento il personaggio ritratto nel marmo è stato ritenuto Margherita Malatesta, moglie di Francesco Gonzaga morta nel 1399. Tuttavia alcuni dettagli dell’abbigliamento, strettamente legati alla moda in auge fino agli anni ottanta del Trecento, così come l’età della defunta hanno permesso di riconoscere quest’ultima proprio in Alda D’Este.

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Quanto all’artista responsabile dell’opera, è stato proposto il nome di Bonino da Campione, uno scultore attivo a Milano per Bernabò Visconti, per il quale realizzò il monumento funebre oggi conservato al Castello Sforzesco, e a Verona, dove eseguì l’arca di Cansignorio Della Scala. Tipici di questo artista sono il forte naturalismo del volto, di cui sono tratteggiati in maniera caratterizzata i tratti fisionomici così come i segni lasciati dall’età, e l’attenzione per la resa dei dettagli dell’abbigliamento, visibile, ad esempio, nell’elegante giornea con la lunga fila di bottoni e con manicotti in ermellino. Lo scultore si sofferma su questi aspetti, in apparenza secondari, per mettere in luce il prestigio e la ricchezza della casata Gonzaga.

(MZ)

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Bibliografia:
Laura Cavazzini, Da Jacobello Dalle Masegne a Bonino da Campione, da Margherita Malatesta ad Alda d’Este: qualche altro frammento di Mantova gotica, in L’artista girovago. Forestieri, avventurieri, emigranti e missionari nell’arte del Trecento in Italia del nord, a cura di Serena Romano e Damien Cerutti, Roma 2012, pp. 241-268.

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