La Cappella delle Reliquie

Il Palazzo Ducale è uno straordinario incastro di edifici, di appartamenti, labirinto di ambienti la cui natura e la cui destinazione a volte ci sfugge. Nell’appartamento Grande di Castello, costruito da Guglielmo Gonzaga negli anni Settanta del Cinquecento, ci sono alcuni ambienti posti ai piani superiori – in una zona nota come “appartamento delle Balie” – che non sono visitabili e che versano in cattivo stato, ma che ci raccontano storie di antichi fasti.

L’appartamento era provvisto di una cappellina, che reca ancora tracce, davvero malconce, quasi evanescenti, di dipinti su muro: sulla parete di fondo una Crocifissione tra Longino e la Maddalena, sulle pareti laterali una serie di dodici scenette, non tutte identificabili, tra cui: il Martirio di santa Barbara, la Lapidazione di santo Stefano, la Visione di san Giovanni a Patmos, l’Annunciazione, il Ritrovamento della Vera Croce, l’Assunzione della Vergine, oltre ad altre raffigurazioni, quasi illeggibili, in cui compaiono San Pietro, un Pontefice, dei Santi soldati...

Sono emersi negli anni alcuni disegni preparatori, conservati al Louvre, agli Uffizi, a Monaco e a Orléans, che permettono di meglio comprendere le pitture, ma rimane una domanda cruciale: che senso ha un ciclo con soggetti così slegati? Non si conoscono infatti oratori, delle minute dimensioni del nostro, con tanta varietà di iconografie.

Orléans Bertani Annunciazione 1 low

La spiegazione ci viene da un documento del 1588. Vincenzo I Gonzaga, figlio di Guglielmo, era appena diventato duca e decise di raccogliere una serie di reliquie conservate in città, per inviarle al re Filippo II di Spagna. Tra queste reliquie ve ne furono alcune prese da un oratorio segreto che si trovava nei penetrali del Palazzo Ducale. Qui, da una cassetta d’argento furono tratte parti di un osso e di una gamba di San Lorenzo, già donata al duca dai Crociferi di Venezia, e poi da una cassetta coperta di seta rossa furono raccolti un dente di San Sigismondo re di Burgundia e una piccola parte della veste della Vergine.

Ecco spiegato il perché della strana mescolanza di iconografie nelle pitture sulle pareti! Ognuna rappresentava un santo del quale nell’ambiente si conservavano le reliquie e la cappellina era una vera e propria lipsanoteca architettonica: un luogo di culto nel quale il devoto Guglielmo Gonzaga aveva raccolto i preziosi pignora.

(SL)

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